Faro DOC: il vino più illustre del messinese

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Il Faro DOC è uno dei vini più noti prodotti nell’angolo nordorientale della Sicilia, quelle suggestive colline che vedono sia il Mar Tirreno che lo Ionio. Un nettare ricco di storia, noto fin dal lontanissimo XIV secolo a.C. Pensate che alla fine degli anni ’80 del secolo scorso se ne stava perdendo la tradizione: fu l’illustre gastronomo ed esperto di vini Luigi Veronelli a incoraggiare il salvataggio delle coltivazioni, avendone intuito le grandi potenzialità.

Il Faro è un vino esclusivamente rosso e deriva il suo nome da Capo Faro (o Capo Peloro), il punto dello Stretto di Messina che coincide con la leggendaria Cariddi, situata di fronte all’altrettanto mitica Scilla sulla sponda calabrese. Un luogo dove il vento soffia costante e la vicinanza del mare dona ai vini una particolare sapidità. I vitigni sono spesso assai vecchi e coltivati su terrazzamenti molto scoscesi. Le uve utilizzate per questo vino sono il Nerello mascalese, il Nocera, il Nerello cappuccio e il Nero d’Avola. A parte il Nocera, i vitigni sono gli stessi con cui si producono i vini dell’Etna. Ma le uve cresciute su terreni lavici danno vini molto più concentrati e strutturati, mentre quelli dello stretto di Messina risultano più freschi, gentili ed eleganti, anche perché la presenza del Nocera conferisce loro col tempo un arricchimento in profumo e aromi.

L’invecchiamento del Faro avviene in piccole botti di rovere francese, sempre nuove. Trova abbinamento ideale con le carni rosse, la selvaggina, i formaggi stagionatia pasta dura o semidura, ma anche con pesce in piatti particolarmente elaborati: ad esempio, il tonno rosso panato nei pistacchi o il stoccafisso alla ghiotta della tradizione messinese.


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