Successo crescente nel mondo per il Moscato d’Asti DOCG

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La 46a edizione del Vinitaly a Verona ha confermato il crescente successo registrato dai vini italiani nel mondo, sia sui mercati tradizionali e consolidati che sui paesi emergenti come Cina e India.

Uno dei settori che trainano l’export dei nostri vini è quello delle “bollicine”, con il successo eccezionale riscontrato dal prosecco. Ma anche il Moscato d’Asti DOCG lo scorso anno ha registrato un boom, non in Italia, ma all’estero, specialmente negli Stati Uniti e in Russia, dove è scoppiata una sorta di Moscato-mania. Si pensi che il 2011 è stato chiuso con la vendita di ben 107 milioni di bottiglie.

Del resto, il Moscato d’Asti è uno straordinario vino a gradazione alcolica leggera (circa 11°). Questo grande vanto del Piemonte, già noto ai tempi dei romani, è uno straordinario vino da servire con i dessert (ricordiamo che con i piatti dolci bisogna abbinare sempre in concordanza). Non deve essere confuso con l’Asti Spumante: il moscato è più dolce e “morbido” di quest’ultimo e viene imbottigliato con un normale tappo di sughero invece che con un tappo da spumante, suddiviso in due parti ben distinte.

Colore giallo paglierino con tipici riflessi dorati, la sua spuma delicata si trasforma rapidamente in un perlage fine e persistente. Ha un spiccato bouquet aromatico e fruttato, un gusto piacevolmente dolce e fresco, grazie al basso contenuto alcolico e a un’acidità equilibrata, ricco delle sensazioni muschiate tipiche dell’uva moscato. Mentre si degusta questo vino sembra proprio di assaporare i grappoli. Per apprezzarne al meglio il bouquet bisognerebbe servire il moscato in un classica coppa di cristallo a una temperatura di circa 10° C. Noi ve lo consigliamo anche per preparare uno straordinario budino di zabaione al moscato.


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