Recuperare il pane secco con la panada e il pantrito

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Il pane non si butta mai, sarebbe un sacrilegio. Oltre a farne del pangrattato, oggi vi proponiamo di usarlo per due squisite minestre, la prima di tradizione veneta e la seconda di origine lombarda che, insieme alla celeberrima pappa col pomodoro toscana costituiscono un piatto povero ma gustoso, digeribile e nutriente. Ecco come si deve procedere:

Panada alla veneta
Sistemare in un tegame di terracotta 250 grammi di fette di pane raffermo. Spolverizzare con un pizzico di cannella in polvere, sale e pepe e versarvi sopra 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva, poi 1,5 litri di brodo di carne tiepido. Coprire e lasciare riposare per 30 minuti. Mettere poi il tegame sul fuoco basso e lasciare cuocere per 40 minuti circa, mescolando spesso con il cucchiaio di legno, finché non si ottiene una pappa liscia e densa. Aggiungere 30 grammi di parmigiano grattugiato, rimestare bene e servire la minestra accompagnata con un filo d’olio (oppure una noce di burro) e altro formaggio.

Pantrito alla lombarda
In una pentola mettere 4 cucchiai di pangrattato casalingo (ottenuto con pane appena biscottato in forno), versarvi sopra 8 decilitri di ottimo brodo di carne mista (precedentemente sgrassato), rimestare e aggiungere 25 grammi di burro e poco sale. Mescolare ancora, mettere la pentola sul fuoco basso e portarla a ebollizione. In una zuppiera rompere 2 uova intere, aggiungere 2 cucchiai di formaggio parmigiano grattugiato, 2 decilitri di brodo caldo ma non bollente e sbatterli bene con una forchetta. Quando la pentola sul fuoco inizierà a bollire, versare il contenuto nella zuppiera, sbattendo continuamente con la forchetta in modo che l’uovo non si raggrumi. Servire subito, accompagnando la pappa con formaggio parmigiano grattugiato.


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