Il cavolo nero: una prelibatezza toscana adottata da tutti

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Cavolo neroUn tempo il cavolo nero si trovava soltanto in Toscana, ma ormai è reperibile in tutti i mercati d’Italia, ovviamente nella stagione invernale. In realtà il colore del cavolo non è proprio nero, ma di un verde molto scuro; le foglie sono strette e lunghe. Per raggiungere il suo massimo “splendore”, il cavolo nero deve subire una gelata; il gelo, infatti, è quello che rompe le fibre del cavolo nero e gli conferisce un sapore leggermente dolciastro.
Come tutti i tipi di cavolo, è un alimento straordinariamente salutare, ricco di sostanze antiossidanti (che riducono le infiammazioni, hanno proprietà antitumorali e facilitano la digestione), vitamine (specie la vitamina C) e sali minerali, povero di grassi e calorie e pertanto un alimento depurativo.
Si consiglia di consumare il cavolo subito dopo l’acquisto, anche se si conserva per quasi una settimana. Per prolungarne la conservazione in frigorifero si possono avvolgere le foglie in un canovaccio appena inumidito.
Il cavolo nero va pulito tagliando le foglie alla base e lavandole una a una sotto l’acqua. Quando le foglie sono piccoline è possibile gustarlo in insalata con olio e sale (in questo modo non si perderà affatto la vitamina C), ma il suo impiego più classico è sicuramente nella famosa minestra chiamata ribollita, uno dei vanti della cucina toscana. Qui la ricetta della ribollita nel sito che prende addirittura il suo nome.


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