Il cedro: un agrume da riscoprire

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Tempo fa abbiamo parlato del bergamotto, oggi restiamo sulle coste del Mediterraneo, per parlare della Citrus medica, questo sempreverde originario dell’Asia, ma fin dall’epoca degli antichi romani acclimatato alle nostre latitudini.

Rispetto al limone ha foglie più strette e un frutto più voluminoso dalla forma oblunga, carnoso e con un albedo (la parte bianca della scorza) molto spesso. Rispetto ad altri agrumi, il cedro non è particolarmente ricercato sul mercato, specie per l’eccessivo spessore della buccia e la scarsa quantità di succo. Fino agli anni ’80 veniva utilizzato solo per la produzione di canditi, sciroppi, granite, bevande analcoliche (cedrata) e confetture, oppure come cedro salamoiato. Ma negli ultimi decenni è cresciuto l’interesse per le sue numerose proprietà: soprattutto grande quantità di vitamina C e di sali minerali, mentre gli steroli che sono contenuti nell’albedo sono un efficace rimedio contro il colesterolo. Il suo olio essenziale (ottenuto dalla scorza) è impiegato con successo in medicina, profumeria e liquoreria.

Esistono diverse di varietà di cedro nel nostro paese. La migliore è forse quella coltivata in Calabria, sulla Riviera dei cedri, ovvero il tratto di costa tirrenica in provincia di Cosenza. In particolare sono rinomati i frutti prodotti a Santa Maria del Cedro, un centro di circa 5000 abitanti nelle prime colline dell’entroterra, con splendida vista sul mare. Qui, fin dal 1700 quasi tutta la raccolta dei cedri di agosto viene riservata alla comunità ebraica (nella cui liturgia questo frutto simboleggia la bontà divina e il benessere come benedizione). Una seconda raccolta avviene tra fine ottobre e inizio novembre. Comunque, poiché la pianta fiorisce continuamente dall’inizio della primavera all’arrivo dell’inverno, se ne ha una piccola produzione durante tutto l’anno.

In Sicilia esiste una varietà bitorzoluta detta vozza vozza, poco acida e ottima per il consumo crudo, anche in insalata.

In Campania si coltivano una varietà di cedro assai acida e dall’albedo amarognolo, e un’altra più dolce e grossa (detta sfusata). Sono ottimi anche i cedri dolci della Corsica.


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