Caviale: il cibo aristocratico per eccellenza

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Chissà che durante queste feste non abbiate la fortuna di ricevere in dono una confezione di caviale, una prelibatezza  dal prezzo assolutamente proibitivo. Anche se per estensione il termine è utilizzato per indicare le uova di vari pesci, strettamente parlando il caviale è soltanto quello consistente in uova di storione del Mar Caspio – il mare interno che bagna Azerbaigian, Iran, Kazakistan, Russia e Turkmenistan. Gli altri caviali sono da considerarsi dei surrogati, come ad esempio le uova di lompo o di salmone e anche la nostra bottarga di muggine o di tonno.

Le uova vengono estratte dagli ovari degli storioni femmina e selezionate mediante crivelli a maglia sempre più fitta. Essendo velocemente deperibili, devono essere conservate sotto sale oppure pastorizzate – ma in questo secondo caso la qualità del prodotto è meno pregiata. Esistono tre tipi diversi di caviale, distinti in base al colore: grigio-nero per le uova di Beluga (solitamente confezionato con etichetta azzurra), grigio-marrone per quelle del Sevruga (etichetta gialla o color avorio) e marrone scuro per le uova di Ocetra (etichetta di colore rosso). Minore è la quantità di sale impiegato, più è deperibile il prodotto; quello conservato con la minima percentuale possibile di sale si chiama in russo malossol e per non diventare immangiabile deve sempre essere conservato a una temperatura tra 0 e -3° C.

Come si gusta il caviale? Sempre in purezza, mai cucinato. Eventualmente si può accostarlo ‘appoggiandolo’ su farinacei come patate, riso, pasta oppure crostini imburrati, uova alla coque o con limone a spicchi. Va servito ben freddo, su contenitori di corno, avorio, madreperla, legno, plastica. Mai con argento, acciaio o altri metalli, che ne possono cambiare sapore e colore.

Con che vino si accompagna? Con champagne, che domande!


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