Barbera: vino rosso corposo che parla con la voce del Monferrato

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vino barberaForse qualcuno dei nostri lettori ricorda ancora Giorgio Gaber che cantava la Barbera come ‘quel vino di tutti i giorni, sincero e di pronta beva‘. L’articolo la è corretto per indicare il vino, mentre il barbera indica il vitigno.

Si tratta di un vino con alto grado di acidità, robusto e ricco di personalità; per decenni il suo nome è stato sinonimo di classico vino rosso da pasto del nord Italia, adatto a pulire la bocca quando si mangiano cibi grassi o fritti. Oggi il vitigno da cui si ricava è in assoluto il più diffuso nella zona di Alba, Asti, e Oltrepò Pavese.

Gli intenditori hanno molto criticato i tentativi degli ultimi di modernizzare la barbera con un uso eccessivo e improprio della barrique: da un lato la barbera ha bisogno dei tannini del legno, ma l’impiego non deve essere troppo aggressivo. Un altro rischio che si può facilmente correre è quello di snaturalizzare la Barbera per farne un vino che segue mode e gusti internazionali. Se chiedete ai produttori del territorio, li troverete tutti d’accordo sul fatto che di questo vino sia meglio conservare il tono un po’ démodé e meno attento al mercato, ma più vero, la sua identità, insomma un vino spigoloso.

Ciò non toglie che forse valga la pena di conoscere meglio come abbinarlo: non soltanto con la classica con la bagna caoda piemontese, come ingrediente per la baggianata di fagiolini, ma anche per un risotto alla barbera dal colore molto invitante. Una barbera d’Asti o di Alba è adatta anche per accompagnare una zuppa di legumi e frutti di mare, mentre una barbera mossa dei colli piacentini si sposa molto bene con zampone e cotechino, non soltanto a Natale e Capodanno!


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